L’usato sicuro sotto l’Antola e la lotta contro il tempo di Sanna
Paesi - 5 OTTOBRE 2021

Due voti, due risultati senza discussione e poche chiacchiere. Anzi, no.
Gli unici comuni al voto di Vallescrivia e Valpolcevera, Valbrevenna e Sant’Olcese, consegnano alle statistiche una vittoria “ter” schiacciante per Michele Brassesco e un’affermazione netta di Sara Dante dopo un anno da apprendistato come reggente.
Storie differenti.
L’orientamento dell’inquilino del municipio di Mulino Vecchio, da sempre, volge al centro destra. Dopo 10 anni di amministrazione, la percentuale vicina al 70% indica l’evidente apprezzamento per la sostanza: ripartenze post alluvioni e salvaguardia delle strade, evidentemente, giudicate più forti di qualsiasi volo pindarico.
Sara Dante, invece, è donna di centro sinistra e, al pari della sua coalizione, l’ha scritto pure sulla lista. In prima persona correva lei e a lei va intestata la vittoria per 83 a 17 sull’avversaria di Fratelli d’Italia che ha giocato una partita puramente politica con relative conseguenze.
Tuttavia, su 2070 voti, non possono passare inosservate le 826 preferenze rimediate dal predecessore Armando Sanna, nel frattempo, diventato vice presidente del consiglio regionale sotto le insegne del Pd: passaggio che ha imposto le elezioni comunali anticipate.
Il dato politico ruota intorno a quella questione. Dopo un anno di assenza dal municipio di Piccarello e 12 mesi di lavoro in Regione, il trionfo dell’ex runner non era scontato. È arrivato, con un’affermazione personale, per importanza e significati, anche superiore a quella delle regionali 2020.
Ecco, il punto.
Al suo paese, che l’ha visto crescere, non senza difficoltà, apprezzandone ritmo e determinazione, l’ex sindaco deve la sua giovane carriera. L’ondata dei voti rimediati in quelle borgate è stata il traino per il treno della Regione. La conferma 365 giorni più tardi, una testimonianza umana a cui teneva più di qualsiasi conquista politica e che non lo farà rinunciare al posto in consiglio comunale dove ha fatto già sapere siederà al fianco della nuova squadra.
Ma, tolto il non marginale aspetto sentimentale, il mondo va oltre Sant’Olcese.
E allora, in una disciplina – il voto - che insegna come il consenso abbia il tempo contato, Armando Sanna, deve avere consapevolezza che – dopo un anno da studente novizio - la nuova sfida traguarda all’urgente comprensione delle modalità utili perché il “modello Sant’Olcese” possa essere esportato fuori da Manesseno.
Come riuscirsi in un partito - il Pd - che, dallo scorso ottobre, certamente, non ha steso tappeti rossi al volto della novità. Come farcela in un ruolo, da oppositore, che non tocca palla davanti allo strapotere totiano, seppur leggermente ridimensionato dall’ultima tornata. Come provarci costruendo una squadra di uomini e donne forte, senza cadere nella monotona tendenza di leader, o presunti tali, dediti a circondarsi solo di yesman.
Tutto questo costituisce la vera competizione dell’ultimo vincitore “bianco” della mezza maratona di Genova prima dello strapotere africano. Uno dei pochi, in casa centrosinistra, ad aver contrastato lo strapotere avversario con voti veri e non millantati.
Prossima fermata, tra sei mesi, solo su richiesta: Genova. Già, il capoluogo che confina con Sant’Olcese. Ma suonare due volte perché i conducenti del bus – anti Bucci - non paiono aver voglia di interrompere il cammino con destinazione sconfitta.
Gli unici comuni al voto di Vallescrivia e Valpolcevera, Valbrevenna e Sant’Olcese, consegnano alle statistiche una vittoria “ter” schiacciante per Michele Brassesco e un’affermazione netta di Sara Dante dopo un anno da apprendistato come reggente.
Storie differenti.
L’orientamento dell’inquilino del municipio di Mulino Vecchio, da sempre, volge al centro destra. Dopo 10 anni di amministrazione, la percentuale vicina al 70% indica l’evidente apprezzamento per la sostanza: ripartenze post alluvioni e salvaguardia delle strade, evidentemente, giudicate più forti di qualsiasi volo pindarico.
Sara Dante, invece, è donna di centro sinistra e, al pari della sua coalizione, l’ha scritto pure sulla lista. In prima persona correva lei e a lei va intestata la vittoria per 83 a 17 sull’avversaria di Fratelli d’Italia che ha giocato una partita puramente politica con relative conseguenze.
Tuttavia, su 2070 voti, non possono passare inosservate le 826 preferenze rimediate dal predecessore Armando Sanna, nel frattempo, diventato vice presidente del consiglio regionale sotto le insegne del Pd: passaggio che ha imposto le elezioni comunali anticipate.
Il dato politico ruota intorno a quella questione. Dopo un anno di assenza dal municipio di Piccarello e 12 mesi di lavoro in Regione, il trionfo dell’ex runner non era scontato. È arrivato, con un’affermazione personale, per importanza e significati, anche superiore a quella delle regionali 2020.
Ecco, il punto.
Al suo paese, che l’ha visto crescere, non senza difficoltà, apprezzandone ritmo e determinazione, l’ex sindaco deve la sua giovane carriera. L’ondata dei voti rimediati in quelle borgate è stata il traino per il treno della Regione. La conferma 365 giorni più tardi, una testimonianza umana a cui teneva più di qualsiasi conquista politica e che non lo farà rinunciare al posto in consiglio comunale dove ha fatto già sapere siederà al fianco della nuova squadra.
Ma, tolto il non marginale aspetto sentimentale, il mondo va oltre Sant’Olcese.
E allora, in una disciplina – il voto - che insegna come il consenso abbia il tempo contato, Armando Sanna, deve avere consapevolezza che – dopo un anno da studente novizio - la nuova sfida traguarda all’urgente comprensione delle modalità utili perché il “modello Sant’Olcese” possa essere esportato fuori da Manesseno.
Come riuscirsi in un partito - il Pd - che, dallo scorso ottobre, certamente, non ha steso tappeti rossi al volto della novità. Come farcela in un ruolo, da oppositore, che non tocca palla davanti allo strapotere totiano, seppur leggermente ridimensionato dall’ultima tornata. Come provarci costruendo una squadra di uomini e donne forte, senza cadere nella monotona tendenza di leader, o presunti tali, dediti a circondarsi solo di yesman.
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